Bersani VS/ Modem: il Partito Democratico è perfettamente amalgamato



Inutile nasconderlo brutti fascisti. Ormai è chiaro che il Partito Democratico è nato dalla fusione di due partiti che ormai si sono perfettamente amalgamati.
Resta il dubbio, ai Modem della minoranza Veltroniana, sul brindisi augurale a base di champagne e veleno per topi...

Comunque, dopo batti e ribatti, è passata la linea del segretario, come aveva chiesto proprio il leader del Pd Pierluigi Bersani, appassionato di teatro e teatrini.
Ma le distanze con la minoranza veltroniana Modem si accorciano e testimonianza è stata proprio la votazione sulla relazione del segretario approvata con 127 sì, 2 contrari e 2 astenuti. La minoranza di Movimento Democratico, quella che fa riferimento a Veltroni, non ha partecipato al voto, proprio per venire incontro a Bersani, mentre l'area Marino ha approvato la relazione.
Sembra che Veltroni abbia affermato "Ho letto la mozione trovandola piena di cose che avrei pensato anch'io".

RIAVVICINAMENTO - E dire che il vertice del partito era cominciato con un duro scontro tra maggioranza e minoranza con Bersani che chiedeva che la sua relazione fosse messa ai voti e con il Movimento democratico che dichiarava che gli avrebbe votato contro. Gentiloni, responsabile della comunicazione del Pd aveva criticato l'impostazione della relazione di Bersani, a partire dalla questione Fiat: «Dobbiamo stare - ha domandato - dalla parte di Marchionne? Non è questo il punto. Ma il Pd dovrebbe essere a sostegno del si' all'accordo di Mirafiori in maniera esplicita».
Tranquillo! che ormai gli operai si rivolgono a Bossi.

Per quanto riguardava poi il tema delle alleanze, Gentiloni invitava il partito ad «evitare di rinchiudersi all'angolo». «È giusto guardare avanti - ha proseguito riferendosi all'invito fatto da Bersani e dal "giovane" Franceschini, camicia arrotolata da autista Atm in pausa pranzo, democristiano doc ma rottamato in quota PD - però dobbiamo farlo sapendo che l'accordo con il terzo polo non c'è e in ogni caso non ci garantisce sulla possibilità di iscrivere in questa ricerca dell'accordo la limpida forza riformista che noi rappresentiamo».

Lo scontro però veniva evitato, con Bersani che faceva sue alcune posizioni della minoranza e invitava a restare Gentiloni e Beppe Fioroni (responsabile del Welfare) che si erano detti pronti a lasciare i loro incarichi nel partito. «Non mi è mai passato per l'anticamera del cervello che chi dissente dalla linea politica debba lasciare gli incarichi di partito» sottolineava Bersani, nella replica finale alla Direzione del Pd, dopo che Fioroni e Gentiloni avevano rimesso il proprio mandato nelle sue mani.

BERSANI- «Solo il Pd può tenere unito il Paese» spiegava Bersani, che ha il fisique du role per l'operazione nostalgia, con quell'aria da banco gastronomia della Coop, nella sua replica alla direzione del Pd. «Il Pd ha una funzione ricostruttiva e costituente di una nuova Italia», ha sottolineato il segretario, «teniamo il passo e andiamo avanti. L'Italia si sta dissociando, si sta dividendo. Su questo dobbiamo concentrarci». Bersani ha poi allargato l'orizzonte. «Siamo tra i più forti partiti progressisti in Europa», ha ricordato, «possiamo avere un ruolo determinante perchè dall'Italia possa venire una reazione dei progressisti europei».
Già il "cambiamento". Che per i sinceri democratici e i republicones indica l'agognatissimo ritorno al potere.
Dicono, a sinistra, che ci sono vicini.
Dicono che manca un pelo...di Ruby.

Insomma dibbbattito e vai col liscio, onde spegnere definitivamente le sbornie futuriste veltroniane. E vaaiii!! si ritorna alle bocciofile del PCI. Si, ma i pensionati guardano Maria De Filippi...

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