Lessico "sinistro" e idiozie politically correct: se il clandestino diventa migrante (e il cretino un cerebralmente svantaggiato?)

In questi giorni nefasti di sbarchi a Lampedusa, quell'estremo lembo d'Europa sottoposto ad immigrazione selvaggia, mentre faccio quella cosa che fa diventare ciechi (lo zapping) incoccio anche (e chi è causa del suo mal pianga se stesso) nella zarina Bianca Berlinguer, che troneggia come al solito.
Devo dire che io sarei grato se volesse consigliare ai giornalisti del TG3, i fondamentalisti del politicamente corretto, di evitare come la peste il termine "migrante", una delle tante incarnazioni linguistiche della ottusità del politically correct. Irritante.

Non si dice "migrante", bensì "immigrato" o, molto meglio, "clandestino". "Migrante" non significa nulla: è forse un mestiere? Il participio
presente indica azione ripetuta nel tempo: va bene che questi clandestini, se
rispediti indietro, tornano qui in breve tempo, però non esageriamo con la follia linguistica.

Pane al pane, vino al vino, clandestino al clandestino.

Ma comprendo che far notare questa piccolezze (in fondo in fondo la difesa della lingua italiana è un atto fascista) è una lotta impari. Siamo circondati dal politicamente corretto e il linguaggio ne è l' esempio più lampante.

C’erano una volta, ahimè, tempi barbari e crudeli. Poi tutto cominciò con lo spazzino.

Ricordate? Il caro vecchio spazzino orgoglioso di spazzare... All'improvviso fu colto da etimologica vergogna e da quel momento non ce stato più niente da fare, la frittata era fatta: i sordi sono diventati «non udenti», i grassi «persone sovrappeso», i bidelli «cooperatori», i presidi «dirigenti scolastici», gli handicappati «disabili» prima e «diversamente abili» poi, le missioni militari «peace keeping», i vecchi «anziani», i poveri "non abbienti", le donne di servizio «colf» e gli omosessuali "diversamente donne".

Aggiungete che qualche tempo fa (vi dico anche la data: 15 dicembre 2005) la Camera ha approvato una legge per estirpare da tutti i documenti della Repubblica la parola «sordomuti». E sa con che cosa hanno ordinato di sostituirla? Con la parola «sordo preverbale». Proprio così. Ma che vuole dire «preverbale»? Manco esiste in italiano...

E poi se lo vedete un padre di famiglia che interroga il figlio al ritorno da scuola:«Allora? Hai preso un altro brutto voto? Perché non rispondi? Sei un sordo preverbale?».

Suvvia, siamo seri. Questa china è pericolosa.

Pensateci: se una persona handicappata è il diversamente abile, allora una persona bassa è «verticalmente svantaggiata»? E un cretino è uno «cerebralmente svantaggiato»? E un ignorante è un «ipoacculturato»?

Che poi questi giornalisti "sinistri" della dittatura linguistica del politicamente corretto sono gli stessi che magari hanno riso per decenni sul fascismo che tentava di trasformare le parole in senso autarchico, con tramezzino al postodi sandwich, Santo Vincenzo al posto di Saint Vincent e pallacorda al posto di tennis.

Riescono a fare certamente ben di peggio.

Di questo passo, vedrete, arriveremo al punto in cui non si potrà più dire «pigro»: al massimo «motivazionalmente sfavorito». E, siccome anche la parola «morto» suonerà offensiva assai, qualcuno suggerirà di sostituirla, magari con «terminalmente svantaggiato». Del resto, se i grassi sono «sovrappeso» i magri diventeranno «sottopeso»? E se per non essere razzisti i negri diventano «afroamericani», allora i bianchi pretenderanno di essere chiamati «euroamericani»? E siamo sicuri che «sordi preverbali» sia abbastanza corretto? Non sarebbe meglio «non udenti preverbali»? O meglio ancora «preudentipreverbali»? E,per ritornare all'origine, siamo sicuri che «operatore
ecologico» vada bene? Non sarebbe meglio «igienista dell'ambiente»?

Un premio Nobel per la letteratura ha detto: « Ci stiamo avviando ad un millennio fatto di parole detestualizzate, senza rischi, senza offese, senza sfumature, senza storia: una comunicazione umana neutralizzata». Ecco, ce la stiamo facendo. Siamo noi i veri clandestini, pardon: migranti della lingua.

Ma possiamo ancora farcela: a non mandare tutto a "libere professioniste della prostituzione". Scusate: a puttane.

Nessun commento: