25 Aprile: la Resistenza e gli intolleranti della Verità

Intendiamoci. Mi rimangono gli altri trecentosessantaquattro giorni dell'anno!

Poichè nel giorno del 25 aprile, tutti gli anni, nè leggo di tutti i colori (anzi, forse di uno solo).

Sapete bene del corollario di tanto anniversario e pensavo, ignaro del destino a cui andavo incontro come al solito, cioè come cane senza padrone, che almeno nel quasi primo anniversario della Liberazione dell'Italia dalla dittatura dal Duce Silvio ormai asserragliato nella Ridotta di Arcore a fare burlesque, Bunga-bunga e pratiche sodomitiche assortite (spero almeno etero nda) non avrei letto di quella cultura che ripete con pappagallesca ostinazione, grazie anche ad epigoni dei vari '68 e '77, anacronistiche sciocchezze, le idiozie più varie e strampalate.

I nostri si atteggiano a portatori di un pensiero e invece sono portatori di vuoti (non a rendere). Portatori del nulla, ma urlando.
Quando siffatta "cultura" viene propinata con la prosopopea della verità storica, scodellando un minestrone di fatti ed avvenimenti come se la storia anzidetta fosse acqua, non riesco a stare zitto .

Non riesco a dimenticare tanti anni di faziosa rappresentazione, dell'impronta ideologica che a tali cerimonie è stata data per rivendicarne l'esclusiva.

Mi riferisco alla prosopopea di certi personaggi la cui consistenza culturale è granitica quanto il tonno "Nostromo" (sono un figlio di Carosello). Perchè la cosa più irritante è che questi campioni di democrazia non sopportano , non tollerano alcuna voce di dissenso, nessuna critica. E neppure niente che non sia invasata ammirazione. Fare una domanda che metta in crisi le loro labili affermazioni è vista come il fumo negli occhi.

Ma nel loro scrivere è evidente, si denota, tutto lo stupidario: con le loro tesi destoricizzate, le tesi della solita circolaretta scolastica, mostre fotografiche, teatro di strada, concerti rap e sagra del tortello. Che dire poi di chi sventola la bandiera della CGIL con la cintura Gibaud, come gonfalone di chissà quale eroico reparto.

Eppure ho controllato su tutti i libri di storia: sulla linea Reinhard, sulla linea Gustav, sulla linea Senger-Riegel, sulla linea Gotica, sulle spiagge di Anzio e Salerno (operazione Avalanche) non c'erano reparti della CGIL. Veramente non c'erano neanche partigiani. C'erano migliaia di giovani inglesi, americani, canadesi (anche polacchi e francesi, in maniera meno significativa). Quasi tutti ragazzi di vent'anni arrivati su spiagge e scogli italiani rischiando la propria vita e, spesso, sacrificandola.

Eppure non vi è memoria di questa storia che non si limiti a qualche cerimonia di commemorazione dei caduti svolte nel silenzio tombale, senza l'intervento di esponenti politici a livello nazionale, confinando un avvenimento storico mondiale a una semplice cerimonia strapaesana.

Come non c'è ricordo dei partigiani delle Brigate Bianche (molti trucidati nel famoso episodio di Porzus, che qualcuno cita a vanvera senza sapere assolutamente di cosa parla).
O dell'eccidio di Rovetta, dove 43 ragazzi tra i 15 e 22 anni furono trucidati dopo essersi arresi e aver deposto le armi.
Badate bene il CLN aveva dato la sua parola d'onore (?). E comunque non serviva, in quanto prigionieri di guerra. Di una guerra finita, come sovrappiù.

Come non c'è ricordo per chi ha combattuto con le mostrine. Come non c'è ricordo per la Divisione Ariete (anche se questa è storia diversa, ma la Divisione Ariete ha scritto una delle pagine più eroiche della nostra misera storia).
Con i nostri soldati, più in generale, lasciati senza guida (all'Armistizio nda) in balìa del nemico, eppure molti tennero fede al giuramento di fedeltà prestato.

Tutti uniti a sventolare. Tutti uniti nella grande famiglia che va da Che Guevara a Madre Teresa, passando per l'IRI, la Telecom e il TG3. Tutti uniti nell'appiattimento di massa.Tutti uniti nelle bugia. Quella che non dice che la vittoria è dovuta esclusivamente alla prorompente forza militare americana.

Una bugia che fa sì che una parte prepotente e fanfarona abbia scippato questa vittoria agli Alleati (senza dimenticare, purtroppo per le popolazioni civili del sud,  gli sciuscià e le marocchinate), agli italiani in divisa e ai partigiani non comunisti.

Eppure dovrebbe essere giunto il tempo che anche i più ottusi ammettessero che negli ultimi sessant'anni è stato steso un velo sistematico di omertà su un vasto numero di porcherie assortite, commesse da pesci grandi e piccoli del sistema partigiano quando la guerra era già finita. Coperti per proteggere il buon nome ( e quindi il futuro politico).

Non sono chiaramente un demonizzatore della Resistenza. Credo però che il sottolineare la sanguinaria ferocia d'alcuni che vi parteciparono.
La verità è che, malgrado fossero dalla parte sbagliata (l'alleanza con Hitler) vi furono combattenti di Salò generosi ed idealisti, e partigiani o ex partigiani assassini.
E poi cosa centravano, per esempio, dei seminaristi (il diciassettenne Rolando Rivi nda)  pestati a sangue fino ad ucciderli nella lotta di Liberazione?

La realtà non è mai tutta in bianco o nero, il grigio ne occupa gran parte e la libertà di espressione è un diritto costituzionale.

Mi rivolgo a te indignato in servizio permanente effettivo ed intollerante della verità: in fondo in fondo io ti invidio, perchè pensare non lascia scampo.

E ti posso dire che mi sento migliore di Nessuno. Nessuno. Come te. Appunto.

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