Sputtanati


Non si possono avere due pesi e due misure (come diceva sempre il fruttarolo all'angolo): uno per il direttore di "Avvenire" ed un altro per il direttore ("servo", ca va sans dire) del "Giornale".
Il problema è che i sepolcri imbiancati sono da sempre incapaci di autocritica e non perdono occasione per spiattellare pubblicamente i fatti privati altrui con la speranza (vana) di un tornaconto politico.
Per questo sputtanarli in base a fatti incontestabili come una sentenza (un patteggiamento è una sentenza, compagni cari), testimonianze dirette, documenti certi (come le fotocopie di assegni dati per pagamenti in nero a fronte dell'acquisto di una "modesta" abitazione) non ha prezzo.
Ci sono cose della vita che non si possono comprare.
E se si indignano se qualcuno si permette di riesumare le ombre lunghissime del loro passato per nulla immacolato almeno quelli della Conferenza Episcopale dovrebbero spiegare al mitologico "elettorato cattolico" (sono cattolico anch'io nda) perchè avviene l'operazione sconcertante, avvilente, deviante dell'attenzione estremamente critica, avvenuta anche mediante le colonne dell' "Avvenire", su comportamenti privati, spesso gonfiati, talvolta inventati del Presidente Berlusconi, allineandosi agli obiettivi politici di una sinistra disposta a tutto pur di rientrare nella stanza dei bottoni come ai bei tempi di Tommy Padoa Schioppa e del Prodi(no) (indimenticabili. In negativo, chiaramente).
Ma i vescovi si rendono conto di fare un pessimo servigio alla Chiesa Cattolica e al Cristianesimo favorendo la parte politica che è stata e resta la negazione dei principi fondamentali del nostro credo?
E da quando in qua raccontare un reato è peggio che commetterlo?

Nessun commento: