Il muro "verde"

Non si fa in tempo. I sinistri sono sempre all'opera.

Venti anni fa cadde l'ignominioso Muro di Berlino e con quello il comunismo, almeno in Europa.
Tra circa un mese, però, quando si terrà a Copenaghen la conferenza Onu sul clima, che quasi certamente imporrà delle drastiche riduzioni alle emissioni dell'anedride carbonica antropica, verrà eretto un muro verde ancora più alto e dannoso.

Tale muro, al pari di quello che ha insanguinato Berlino, ci renderà prigionieri di una superstizione, quella che (erroneamente) fa risalire all'uomo e alle sue emissioni di anidride e non alla natura i cambiamenti climatici.

Cosa che lentamente, ma inesorabilmente, finirà di scassare l'economia globale (con l'accento soprattutto in Italia, unico paese nel quale la coscienza ecologista viene declinata in maniera antiindustriale e anticapitalista).

Ci resta solo che sperare (e qualche segno già si avverte) che il mondo scientifico (i climatologi, in particolare) se ha a cuore la verità e prima che i soloni ecofurbi e le ecofregnacce ci portino al ridente livello della Corea del Nord, si faccia sentire subito e in maniera decisa.

Non è più il tempo di nascondersi.

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