Faccio outing: la confessione a cu...ore aperto di un "normale"

Oggi è il giorno. Di fare outing. A proposito di Gay Pride e dei migliaia di manifestanti che hanno sfilato e sfileranno in occasione dei raduni, recenti o meno.

Io non sono omosessuale. Lo so, sono parole forti, in attesa che l'omosessualità venga resa obbligatoria per legge.

Lo ammetto anche se con fatica, quasi vergognandomi, perchè con la moda imperante in questo momento bisogna avere coraggio per una simile affermazione.

Ed io non dispongo di un livello di coraggio sopra la media.

E non sono salito sul carro. Dei vincitori. Quello dei gay, come sta ormai avvenendo da più parti, da parte di molte persone, alcune anche in vista e dai nomi altisonanti che improvvisamente solo colti dalla necessità impellente di dichiarare la loro appartenenza a tale categoria, mentre a me e ai poveretti come me manca il coraggio di sbandierare l'asta di persona eterosessuale.

Mi sento un verme, lo so, ma non mi sento di rinnegare la mia natura che un tempo era considerata normale, come sostiene anche quel simpaticone di Ahmadineggià.

Chiedo comprensione ed invoco a mia parziale giustificazione il fatto che ormai ho superato i quaranta e quindi quando la legge verrà approvata potrò chiedere la prescrizione del reato (è sempre colpa delle donne) anche in presenza di prove ingombranti (i figli).

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