Marchionne e la Fiat, Pomigliano e i polacchi (e sullo sfondo i mondiali di calcio...)

Ma che faccia tosta sto' Marchionne. Ma come fa a non riconoscere degli stakanovisti partenopei in tuta blu? Ma che si è messo in testa di fare come ha fatto la Volkswagen nel 1993 (leggi bene sindacalista dei miei stivali: millenovecentonovantatre)?
In Germania però esiste un sindacato per davvero, la teutonica Ig Metall che fece accordi grazie ai quali tutti fecero sacrifici ma furono accordi che servirono a difendere i livelli di occupazione.
Ma sono tedeschi mica dei furbissimi italiani.
Loro non sono disposti a candidarsi alla disoccupazione facendo il tifo per Schweinsteiger. Quanto ai polacchi non si sono nemmeno qualificati per i mondiali...

Ma se Marchionne, il pullover con il manager incorporato, se ne va, cosa resterà ai volantinatori della Fiom?
Non auguriamo a nessuno di ritrovarsi col sedere per terra (quando va bene) o in posizione ben più scomoda, pericolosa e dolorosa.



Io avrei un'idea.

Se mi posso permettere, e mi posso permettere, suggerisco agli operai ed ai sindacati di formare una cooperativa, con la consulenza del Partito Democratico che è pratico, acquistare la fabbrica, con le garanzie patrimoniali della Cgil, ed esporsi al vento del rischio d'impresa, con i pro e i contro che ne derivano.

In questo modo niente più operai (sfruttati, ca va sans dire), diverranno soci, si cercheranno uno spazio nel mercato producendo, che so, utilitarie per l'Africa, o divenendo concorrenti dei lavoratori polacchi.

Il mondo è cambiato (e non c'è neanche bisogno di ricordare quel lavoro da muratori fatto a Berlino nel 1989), cara Fiom, ed anche il lavoratore non è più quello di un tempo.

L'Italia, poi. Guarda che figura ai mondiali... Certo i polacchi non si sono nemmeno qualificati.

Nessun commento: