Gianfranco Fini e Italo Bocchino vanno avanti senza guardarsi didietro. Anche se brucia, anche se fa male.

Un agguerrito Italo Bocchino mentre cerca di arrestare lo sciogliersi al sole di Futuro e Libertà

Ormai è chiaro. Ormai è chiaro che a Gianfranco Fini di Futuro e Liberà resta solo il marchio, la bandiera e Italo Bocchino.
Lo stesso Bocchino che, dopo la sonora scoppola del 14 dicembre, aveva sentenziato: "Noi del Fli saremo una falange macedone".

Invece Fli ha dimostrato la stessa compattezza di un panetto di burro.
Resistono solo lui, Fini, sempre più incollato alla poltrona, e pochi altri rancorosi. E pure se tengono stretto Tonio Cartonio l'appartamento di Montecarlo potrà bastare anche senza una Camera.

Eppure c'è da dare atto a Fini che è stato diabolico per tutto questo tempo.
Girava con la kippah. E la cravatta rosa.
Si nascondeva dietro la capacità del professionista della politica e teatralmente recitava il ruolo dello statista convincendo persino il Duce Silvio.

Poi siccome al di fuori di An ha dimostrato di essere nessuno ha cercato di farsi trainare da Berlusconi con la storia della destra liberale (magari, diremmo noi).

Invece è venuto fuori il peggio del suo reale valore.
Facendosi incastrare dal succitato Bocchino che tra poco lo manderà pure a casa perchè Fli è il vero partito di Italo Bocchino.

Fini si difende dicendo che i suoi lo lasciano (un' armata di traditori si rivela mercenaria a breve, signora mia) perchè Berlusconi ha i soldi e acquista.
In effetti il premier è da sempre un uomo che sa fare gli affari.

Non come qualcuno che svende a un terzo del valore gli appartamenti a Montecarlo!

Ma cari miei ricordatevi l'importante è non avere rimpianti e non guardarsi mai didietro. Nel senso che qualunque cosa accada alle vostre spalle voi dovete andare avanti. Anche se brucia, anche se fa male.

Nessun commento: