Il compagno Paolo Ferrero ha tutta la mia solidarietà. Anche se è ora che qualcuno lo salvi da se stesso.
Il segretario del PRC è in evidente astinenza dal potere (tre anni fa era ministro della Solidarietà Sociale con Romano Prodi, governo contro il quale organizzò una manifestazione di massa!) e capisco che dopo aver goduto gli agi propri di un ministro, extraparlamentare divenuto ex parlamentare, provi a risalire la china (c'è mancato poco che dovesse tornare a lavorare...) ritornando al broccato rosso, e negli ultimi tempi si è sbizzarrito nella nobile arte dello sproloquio.
Nell'attesa di poter decretare per legge che ad ogni operaio della FIAT venga donata una Porsche rossa e un completo in cashmere e che tutti gli italiani si convertano immediatamente all'Islam per non offendere gli immigrati, prima ha aperto all'odiato PD ("Pronto ad un accordo per cacciare Berlusconi", come non è chiaro ma vabbè), poi è andato a Mondovì contro i verdi, intesi come biciclettisti padani (su Miss Padania nulla da dire?) scatenando il finimondo, con i suoi esagitati, con blocchi stradali, manifestazioni, schiaffi e insulti nei confronti degli atleti, prima di prendersela con la Nato che bombarda i civili in Libia e con il comune di Sesto per il via libera alla bonifica dell'area Falck.
Senza dimenticare i cigiellini rossi a Torino e passando per i NoTav, superandosi ieri quando ha dato dell'"ubriaco" al ministro dell'Interno Maroni, reo di aver detto che i gentiluomini suddetti, quelli che hanno preso a sassate i poliziotti in Val di Susa, a cui hanno trovato anche ingenti quantità di esplosivo, "vogliono il morto".
Attendo di vederlo in televisione a contestare il concorso di Miss Italia, alla sfilata delle donne oggetto che non saranno appetibili per il suo amico Nichi Vendola, ma che comunque rimangono un bel guardare.
Un dubbio semantico mi assale: ma essere trozkista significa rompere i coglioni con proposte assurde o perlomeno infattibili per tutta la sua vita?
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