Adriano Celentano e il Festival di Sanremo: gli dei lottano invano

Che c'azzeccano i noiosi deliri di uno travestito da guru, del profeta dell'etere con il Festival della canzone italiana?

Per quanti anni ancora dobbiamo sopportare la marea di cretinate, trite e ritrite, le prediche sconclusionate che ci vengono fatte cadere dall'alto da Mamma Rai grazie ai nostri quattrini, quelli del canone Rai per il servizio pubblico (gulp!!!).

Infatti la cosa che fa incaz arrabbiare di più è il vedere aumentato il canone per poi pagare un personaggio del genere, compensi discutibilissimi, anche per la loro destinazione in beneficenza.
Come ha avuto la delicatezza di far conoscere.
Quando si fa del bene, lo si fa in silenzio, se si è delle persone serie.
Inoltre poteva farla senza aspettare i nostri soldi, credo che possa permetterselo.

Bisogna ammettere  che più che “pirla”, o un eterno Yuppi-du, Adriano Celentano è un “furbo di tre cotte”: i suoi affari, di dritto o di rovescio, se li sa fare, anche grazie al Feldmaresciallo Claudia Mori, pare.


Sermone+canzone, prendi 2 paghi 1? No, grazie. Speriamo che almeno nelle prossime edizioni, chi vuole, si possa godere in pace l'ascolto di quello che dovrebbe essere lo scopo del Festival, le canzoni.

Certo è che se la gente non cambia canale contro gli stupidi anche gli dei lottano invano.


Nessun commento: